Passa ai contenuti principali

STEP #28 - La sintesi finale

 

Il fonometro, come suggerisce l'etimologia [STEP #01] è uno strumento utilizzato per le misurazioni acustiche; anatomicamente [STEP #16] è costituito da un microfono per catturare il suono, una scocca in plastica [STEP #08]  che contiene il circuito stampato, abbiamo parlato dell'incisione chimica nello step [STEP #26], e le altre componenti elettroniche . Per meglio identificarlo lo abbiamo collocato in un albero tassonomico [STEP #17] tra le apparecchiature per il trattamento del suono e gli strumenti di misura. Storicamente, è interessante partire dalle parole dello step [STEP #24],  dove con un' immagine sono comunicate importanti informazioni cronologiche, i primi utilizzi della parola fonometro risalgono agli anni '20;  vediamo anche la sua stretta relazione con i termini elettroacustica, disciplina che ha le sue radici nell'acustica [STEP #04] e con il termine "Decibel", unità di misura dell' intensità del suono.  Il "Bel"  prende il nome da A.G. Bell, inventore americano noto per  aver brevettato il primo telefono,  si occupò più generalmente di acustica, questo personaggio compare in diversi francobolli americani [STEP #18]. Bell fonda nel 1855 la AT&T, da questa nasce la Western Electric Company nel 1925, un dipartimento di ricerca che nel 1917 messe a punto il primo fonometro [STEP #09]. L'invenzione nasce in un momento storico in cui l'inquinamento acustico inizia a diventare un problema rilevante. Vennero condotte nel '29 indagini sulla qualità della vita a New York [STEP #02], i dati raccolti dalle misurazioni fonometriche vennero presentate come dati quantitativi a supporto dello studio della Noise Abatement Commission. Una storia simile la condivide la casa costruttrice di fonometri giapponese Rion [STEP #02] che, sempre a fronte del problema dell'inquinamento acustico, nasce nel 1944 per contribuire con le sue tecnologie al benessere della società. Tutt'ora viene utilizzato in contesti simili, nella mappa concettuale [STEP #27] abbiamo messo in correlazione alle misurazioni acustiche termini come la sicurezza su lavoro o il benessere; aspetti presenti anche nella normativa [STEP #23]: in tema di sicurezza, metodo e calcolo dell'esposizione sonora sono regolamentati dall' UNI EN ISO 9612. Riguardo alla normativa dello strumento, abbiamo menzionato nello step dedicato ai libri [STEP #10], History of the Sound Level Meter in Standards di L. D. Blomberg, che ripercorre la storia dello strumento attraverso le normative.

Nel post dedicato ai brevetti [STEP #17] invece abbiamo visto una differente applicazione dello strumento; questo, con leggere modifiche è stato impiegato in campo musicale. Progettato da J. Ogborne e A. M. Phelps funziona in modo inverso: si decide che valore in Decibel si vuole ottenere ed un led comunicherà se il valore ottenuto si discosta dal primo.  E' un progetto interessante, che contrasta con forte tecnicità correlata a questo strumento, come se fosse una tecnologia utilizzabile solo dagli "addetti ai lavori". La stessa comunicazione pubblicitaria [STEP #13] ha un taglio specifico, rivolta ad un target limitato e presenta il prodotto per mezzo di schede tecniche; un' informazione utile a tal proposito è sapere che esistono diverse classi di fonometro con precisioni ed impieghi differenti [STEP #15] . Per quanto riguarda la comunicazione attraverso altri media quali il cinema [STEP #12] e i fumetti [STEP #21], abbiamo visto che anche qui sono utilizzati da scienziati, (seppur ottengano in entrambi i casi valori improbabili). In questo blog non vogliamo fa apparire complicato questo strumento, il principio fisico [STEP #05] si basa semplicemente sul rilevamento di onde meccaniche da parte del microfono; abbiamo presentato un'analogia con il suono delle sfere [STEP #04] che risale alle prime indagini sulla natura del suono. Nello step [STEP #03] viene descritto il ruolo di ogni componente dello strumento nella conversione delle onde sonore in segnale elettrico; [STEP #20] e [STEP #06] sintetizzano con un immagine il processo di conversione. Queste sono operazioni che lo strumento esegue autonomamente, l'utilizzatore dovrà semplicemente accertarsi che i parametri selezionati siano giusti e puntare il microfono verso la sorgente sonora [STEP #22].

 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

STEP #16 - Anatomie

Per capire meglio come è fatto lo strumento, possiamo utilizzare questa vista esplosa. L'immagine presa in esempio è riferita al fonometro 2250 – Brüel & Kjaer : alcuni elementi non sono presenti in tutti i fonometri ma rappresenta bene le componenti e come si relazionano.

STEP #08 - I materiali

In questo step troviamo una descrizione dei materiali che compongono lo strumento attualmente e il confronto quelli impiegati nel passato. La scocca esterna è costituita in plastica , solitamente di tipo ABS, per garantite un'elevata resistenza agli urti e   leggerezza. L'introduzione del polimero nella costruzione dell'oggetto ha contribuito nel renderlo uno strumento maneggevole e portatile. Il display a cristalli liquidi è composto da vetro . La componente elettronica interna è costituita da vetronite ramata per il circuito stampato, semiconduttori, materiale plastico e rame. Prima dell'introduzione dei transistor al posto del circuito stampato venivano usati dei collegamenti in fili di rame. Solitamente è presente un copri-microfono in spugna di forma sferica per limitare il disturbo.

STEP #02 - L' immagine

Misurazioni del suono a New York, 1929 Nell'immagine alcuni tecnici fanno rilevazioni del suono per delle documentazioni sull'inquinamento acustico di New York.  Negli anni '20 è diventato possibile amplificare i deboli segnali rilevati dai microfoni grazie alle valvole termoioniche. Questo ha permesso di costruire i primi fonometri, seppur molto diversi da quelli che conosciamo attualmente. Sitografia di riferimento